- Che stai facendo? - Domando esasperato dal fatto di sentire uno
sguardo fisso su di me
- niente ti osservo. -
- Per quale motivo? - Domando stranito,
è la prima volta che una persona mi dice apertamente che mi guarda dormire.
- Sei bello quando dormi...-
- Grazie anche tu - mormoro
baciandole delicatamente la spalla
- e.... russi - cosa?!
- Io non russo! - Rispondo
indignato, lo so per certo ecchecavolo, io non posso russare.
- Oh si che russi mio caro e
sbuffi come un treno. Per niente sexy, devo dire - mormora tra se come se
stesse pensando ad alta voce.
- Dovevo saperlo prima di dirti
di si. - Il sorriso divertito le illumina il volto, mentre con il suo corpo
sovrasta il mio, lo sguardo acceso da una luce particolare che la rende ancora
più giovane di quello che è, non riesco a trattenermi, una mano scivola ad
afferrare l'angolo del cuscino al mio fianco e senza darle il tempo di capire la
colpisco, lasciandola a bocca aperta per il mio gesto infantile, una risata
divertita risuona nell'aria e solo quando sento i miei occhi umidi m'accorgo
che sono io che rido di gusto, vedendo Bella sdraiata sulle mie gambe, con il
sedere scoperto dalla mia tshirt, lasciando il bella mostra dei microscopici
slip di pizzo bianco.
Con il viso rosso e i capelli
arruffati fa forza sulle braccia, sembra una leonessa,
- ma sei deficiente? -
Non rispondo, mi limito a tirarle
addosso l'altro cuscino e questa volta la becco in faccia
- ok Cullen e guerra sia! -
Era da tanto che non mi divertivo
così, semplicemente con una guerra con i cuscini, sembra essere tornati
adolescenti, è questo che vuol dire essere innamorati?
Ennesimo colpo schivato da parte
mia, mentre lei incassa ancora un altro, ci inseguiamo dentro e fuori dal letto
guerra aperta senza esclusione di colpi.
Ritrovarsi a rincorrersi come
bambini, ridere fino a non riuscire più a respirare e non fermarsi, fino a
cadere stremati sul letto, abbracciati così stretti fino a voler essere una
sola persona, gli occhi che scrutano le nostre anime, mentre i respiri si confondono
con baci lenti e delicati, labbra che si accarezzano per poi dare spazio alle
nostre lingue di giocare a rincorrersi. Si cercano, si toccano fino ad
infiammare i nostri corpi in baci sempre più appassionati.
La bocca scivola sulla pelle,
lenta ed affamata non trascura nemmeno un centimetro ed io mi ritrovo ad
ansimare vergognosamente,
- Be…. Bella, sei… sei… mera….
vigliooo…ahhhhhhh saaaaa - parole disconnesse escono graffiate dalla mia voce
roca per il piacere
Le sue labbra avvolgono
dolcemente il mio membro, mentre con le mani segue linee immaginarie sulla mia
pelle ormai accaldata da questo attacco inatteso. La lingua accarezza la mia
lunghezza e le mie mani affondano in quei capelli setosi, quasi a cercare un
appiglio prima di cadere in un vortice di piacere infinito nel momento in cui,
come un'assetata cerca di abbeverarsi dalla mia stessa essenza.
Lo sguardo deciso, mentre con la
punta della lingua sfiora le labbra rosse, s'abbassa per darmi un veloce bacio
a stampo, per poi scivolare lentamente intorno alla mia erezione.
La sua carne bollente accarezza
la mia pelle, mille scosse pervadono il mio corpo, mentre con le sue piccole
mani porta in alto le mie, abbassandosi così tanto che i sui capelli
solleticano il mio viso e quei piccoli capezzoli turgidi carezzano il mio
petto. La bocca tortura divinamente il mio collo, mettendo in difficoltà ogni
mio movimento. Baci si susseguono, sempre più voraci. Avide, le nostre lingue
emulano il movimento dei nostri corpi in una danza sensualissima. Mi sembra di
essere trasportato al di fuori del mio corpo.
Vedo Bella muoversi, suadente
sopra di me, immobilizzato, non posso far altro che assecondare ogni suo
movimento, anche se questo ritmo lento mi sta uccidendo. Punto i piedi al letto
e spingo in alto bacino, nello stesso momento un gemito abbandona le sue labbra,
sorrido divertito, la mia piccola provocatrice….
Abbasso il bacino, per lasciarle
ancora un po' di comando e poi lo spingo nuovamente in alto, la testa buttata
all'indietro, il respiro strozzato dai gemiti di piacere che le affollano la
gola, una mano abbandona il mio braccio per affondare in quei fili di seta
scura. Dondola, ansimante e bollente su di me, che rimango incantato a
guardarla. Prova a parlare, più volte, ma la gola secca le fa morire le parole,
solo versi e gemiti, provocanti mugolii che si trasmettono alla mia
eccitazione. Sistemo con un po' di fatica un cuscino sotto di me, mi sento
affondare in quella carne calda e bagnata ancora di più, e mi sembra
maledettamente stretta.
- Che… stai…. facendo? - Domanda
ansimando, incuriosita da questo mio gesto
- Fidati piccola. -
Afferro il suo fianco per tenerlo
ancora più ancorato al mio bacino e affondo una, due, tre volte una mano risale
verso il suo seno, mi aggrappo ad esso, lo stringo, tirando appena quel
bottoncino che voglio tenere in bocca, assecondo questa mia voglia e la porto
vicino a me, alle mie labbra, lo succhio ci gioco con la lingua per poi
mordicchiarlo e tenderlo leggermente con i denti.
- Bella…piccola… - Vengo, appena
prima della sua richiesta di non fermarmi e non mi fermo, continuo, come
continua lei a muoversi su di me, sempre più veloce, sempre più a fondo, finché
la vedo irrigidirsi ed accasciarsi su di me, il volto appoggiato alla mia
spalla. E stiamo così, abbracciati per non so quanto tempo, finché non sento la
sua risata solleticare il mio orecchio
- Perché ridi? - Domando
incuriosito
- Perché all'inizio stavamo
giocando a cuscinate come dei bambini e poi ci siamo trovati a fare l'amore
come due ninfomani. -
******************
- Forza pigrone è ora di alzarsi.
- Neanche il tempo di assimilare l'ultima parola che le coperte vengono
scaraventate lontano dal mio corpo. Alzo la testa, ancora mezzo addormentato e
la figura di Bella già vestita mi ridesta in fretta.
- Dove stai andando? - Domando
stranito, fino a mezz'ora fa ci stavamo rotolando tra le lenzuola ed ora è
pronta per andarsene.
- Dove stiamo andando mio caro, -
sorriso sadico sul viso e le mani ai fianchi non preannunciano nulla di buono.
- Forza alzati dormiglione che non sei altro, è una splendida giornata per fare
un po' di corsa. -
- Bella non puoi dire sul serio,
non preferisci restare tutto il giorno in casa a coccolarci?- Soppesa la mie
parole per un secondo prima di darmi una risposta.
- Naaaaaa - risponde scuotendo leggermente la
testa, ma quei fili ramati le accarezzano ugualmente l'ovale perfetto che è il
suo volto.
- Ma dai tesoro, non puoi
pretendere che un povero invalido si metta a fare jogging-
Il suo sopracciglio saetta verso
l'alto mentre gli occhi a fessura mi osservano attentamente, cerco di sostenere
il suo sguardo ma quando anche il suo piede prende a picchiettare sul pavimento
inizio a temere per la mia salute, invece lei mi stupisce, con aria felina
s'avvicina al letto e s'abbassa verso di me, ad un millimetro dal mio viso
- stanotte non mi hai dato
l'impressione di essere così invalido!- Sussurra languida al mio orecchio- be' sai com'è..... quello è un muscolo
involontario-
- si, so com'è.... e so anche che
se non ti alzi entro 3 secondi, dovremo rinunciare ad un bel po' di movimento
per l'invalidità del tuo muscolo involontario. -
Ok, dopo questa velata
minaccia, mi è venuta proprio voglia di una bella corsetta.
Dopo mezz'ora sono pronto per la
corsa, Bella comodamente seduta sul divano osserva il mio abbigliamento con
aria critica,
- che c'è? - Domando stranito
- uhm… niente, ti preferisco con
i jeans sai? - Come?! Questa non l'ho proprio capita.
- Ma non dovevamo andare a fare
jogging? -
- Oggi è sabato mattina, giusto?
-
- Ovviamente si, - rispondo
titubante, chiedendomi cosa si sia fumata mentre dormivo, sicuramente qualcosa
che s'è portata da casa visto che qui non ci sono sostanze dubbie.
- E non ti dice nulla che oggi
sia Sabato e che quasi l'intera città sia già tappezzata di rosso? - Sorriso
radioso e occhi che brillano di luce propria, assomiglia ad una bambina mentre
dondola da un piede all'altro.
- Al momento no Bella, mi spiace.
-
Il tempo di cambiarmi e ci
ritroviamo in strada, ed effettivamente è vero, in ogni dove ci sono le
bandierine dei Red Sox, inizio a capire cosa intendeva Bella.
Mi volto verso di lei e vedo che
fruga nella sua borsa, finché raggiante non mi mostra due biglietti. Sono per
la partita di oggi, la finale dei Red Sox .
- Ma come hai fatto a trovare
questi biglietti? Sono praticamente introvabili - Il stupore nella mia voce si
fa sentire forte e chiaro
- li avevo da un po'….. pensavo
che questo fosse un buon modo per iniziare la nostra giornata. -
- E' un modo splendido, non
poteva iniziare meglio - le mie labbra raggiungono la pelle delicata del suo
collo per poi lasciare un dolce bacio.
- Edward, però prima dobbiamo
passare da me, dovrei cambiarmi, non posso andare in giro con gli stessi
vestiti di ieri.-
- Ogni tuo desiderio….. -
Con una passeggiata raggiungiamo
il suo appartamento, e mentre io mi avvio, dopo non poche discussioni,al piccolo bar per prenotarela nostra colazione lei va al suo
appartamento per cambiarsi.
Sto mangiando tranquillamente una
ciambella quando la sua voce, fintamente indignata mi fa voltare verso di lei,
- e meno male che dovevi
aspettarmi! - Aria da cucciolo smarrito in cerca di un perdono che trovo subito
non appena i suoi occhi incontrano i miei.
- Scusa! Prometto che la prossima
volta ti aspetterò, ma avevo una fame da non vederci più. -
- Lo vedo, hai tutta la bocca
sporca di zucchero a velo - sussurra appena prima di poggiare le sue labbra
sulle mie e succhiare via tutta la polverina dolciastra.
- Dug, mi porteresti un
cappuccino e un muffin? -
martedì 28 agosto 2012
Capitolo 15
Un bussare continuo blocca ogni movimento mentre le nostre
teste scattano in direzione della porta. Il panico nei nostri occhi nel momento
stesso in cui realizziamo la stessa cosa: la porta non è chiusa a chiave.
Con uno scatto degno di un velocista saltiamo giù dalla
scrivania e, mentre Edward si piazza contro la porta per evitare che venga
aperta, io cerco disperatamente il mio maglione, trovandolo appallottolato ai piedi della poltrona. Cerchiamo di darci un
contegno in modo da far entrare Mary senza destare sospetti, ma forse non siamo
stati abbastanza convincenti, visto lo sguardo curioso che fa correre da me ad
Edward.
Il corpo di Edward appoggiato allo stipite della porta, rende difficile il mio compito
di concentrarmi sui fogli che Mary, ostinatamente mi sta porgendo, alterata dal
suo continuo osservarmi, le rivolgo la mia attenzione, senza perdere di vista
ogni più piccolo movimento di mr Stronzo, una mano nasconde la sua splendida
bocca tirabaci, ma non riesce a camuffare lo sguardo divertito che ha su di me.
Finisco di firmare i vari documenti con la speranza che Mary
tenga la bocca chiusa, anche se non ha visto proprio niente e tornare alla mia
discussione con Edward, quando la signorina alla mia sinistra, si avvicina al
mio orecchio
- ehm…. Bella, la prossima volta taglia le etichette del
maglione. - E con un sorriso enorme e l'occhiolino esce fuori dal mio ufficio,
non prima di scoppiare a ridere davanti ad Edward
- scusate, che faccio, chiudo e dico che non ci sei o sei
reperibile, Bella? -
Non riesco a credere alle mie orecchie, Mary mi guarda con
un sorriso che le illumina lo sguardo, ed io non riesco a dire neanche una
parola se non prendere il mio viso bollente tra le mani e cercare in qualche
modo di smaterializzarmi da questa stanza
- Ok non vi preoccupate. - E con un occhiolino complice
sparisce dalla nostra vita,
- bene, bene, bene, siamo di nuovo soli. Dov'eravamo
rimasti? - Le parole di Edward mi
riportano alla realtà, il sorriso sul suo volto, lo sguardo caldo ed io che non
mi sento più le gambe, per la grandissima figura di merda che abbiamo appena
fatto, anzi che ho appena fatto.
Lo guardo non riuscendo bene a capire quello che intende ma
lo vedo avvicinarsi, molto lentamente,
facendo scattare così un campanellino d'allarme da qualche parte del mio
cervello, perché prima non ha suonato, perché?
- Non ci provare, pervertito che non sei altro, Mary è
praticamente nella stanza affianco e per di più ci ha già beccato, vuoi
peggiorare le cose? -
- No, tesoro, voglio solo riprendere da dove ci hanno
interrotti. - non sta scherzando, accidenti, tutto di lui me lo fa capire.
- Edward ti prego lo vuoi capire che non si può fare qui?
Per favore non essere il solito maniaco -
- Ah! e' così che la metti? Eppure quando prima mi sei
praticamente saltata addosso, non mi sembrava che avevi tutte queste
preoccupazioni. E comunque… è tardi, devo andare da Emmet, ci vediamo stasera a
casa mia. - Mentre dice le ultime parole, avvicina la sua bocca alla mia, posso
sentire il suo fiato caldo scontrarsi sulla mia pelle, brividi incessanti
percorrono la mia schiena, assaporo l'attesa che precede il bacio, attendo che le nostre labbra si uniscano. Riapro gli
occhi, che non mi ero accorta di aver chiuso e lui è li, davanti a me che mi
osserva con quel suo sguardo strafottente, il sorriso divertito gli illumina
gli occhi rendendoli due smeraldi chiarissimi, le mani nelle tasche del jeans,
l'immagine dello stronzo perfetto, del mio stronzo perfetto.
- A stasera piccola, non fare tardi! - Un bacio delicato come una piuma accarezza la
mia fronte, ed io mi accorgo che mi sto sempre più innamorando di quest'uomo!
Cerco la concentrazione necessaria a ridarmi un contegno e
per prima cosa devo sistemare il maglione, come diavolo ho fatto ad essere così
stupida da indossarlo al contrario, a dire il vero non capisco come abbiamo
fatto a lasciarci andare così.
Ogni volta che esco dall'ufficio lo sguardo di Mary cade su
di me mentre un sorrisetto divertito le increspa le labbra perfettamente
laccate di rosso.
A metà mattinata, dopo l'ennesima occhiata, non riesco più a
gestire la rabbia che mi sale dentro. Il dito preme sul quell'interruttore da
me poco usato fino a questo momento
- Mary, subito da me. - Voce impostate nel tipico tono di
chi non ammette repliche.
- Ascoltami bene, quello che succede all'interno di questo
ufficio deve rimanere all'interno di queste mura, ci siamo? Quello che vedi, o ciò che credi di vedere
non deve oltrepassare quella porta - lo dico senza staccare lo sguardo dal suo,
i suoi occhi mi osservano sgranati, quasi intimoriti per questo mio modo
distaccato di pormi che sto usando in questo momento nei suoi confronti, ma
adesso quello che mi preme non è tanto fare "l'amica" ma proteggere
la mia privacy e lei deve capire che al primo sgarro è fuori senza troppi
complimenti.
- Per cui, alla prima parola fuori posto che sento, al primo
pettegolezzo che gira tra il personale, sappi che sarai licenziata senza troppi
complimenti, ci siamo intesi? -
Con disinvoltura che non so nemmeno io da dove ho preso mi
appoggio alla spalliera della poltrona e continuo a fissarla senza parlare,
incrociando con naturalezza le mani sulla superficie lucida della scrivania.
- Mary, non ho capito la risposta. -
Sussulta sul posto, ha capito che non sto scherzando,
- ho capito Bella, non ti preoccupare. -
Le faccio cenno che può andare, ma una volta arrivata alla
porta richiamo la sua attenzione
- scusa Mary, a che ora è arrivato Edward? -
- chi scusa? - un sorriso dolce le illumina il volto. Non
parlerà!
- Ah! Bella? - i miei occhi scattano su di lei - hai
imparato bene la lezione del comando. -
- Fuori! - Ma la risata divertita per questa piccola
allusione incrina il tono autoritario che stavo usando con lei
Pov Edward:
E' tutto il giorno che ripenso a Bella, ai suo baci
infuocati, alle sue carezze, al suo corpo da favola, un pensiero fisso e
costante che si trasmette automaticamente al mio amico qua sotto. Dire che
quando sono arrivato da Emmet ero in condizioni pietose è un eufemismo, se n'è
accorto anche lui.
*****
- Ciao Edward, come va? -
- Ciao Emmet, scusa il ritardo, ma sono venuto a piedi e….
ho avuto un piccolo contrattempo. -
Vedo il suo capoccione annuire per poi girarsi di spalle e
sussultare ritmicamente. Provo a chiamarlo un paio di volte ma quando si gira è
quasi irriconoscibile, il viso completamente rosso, gli occhi lucidi e una mano
davanti alla bocca per evitare di ridermi in faccia
- ma che cazzo?! -
La risata di Emmet mi scoppia in faccia come un palloncino
gonfiato troppo, lo guardo sconvolto, chiedendo
il perché di tutta quella ilarità, quando il vocione mi raggela il sangue
- uhm… E dimmi Edward questo… imprevisto era biondo o moro,
magari castano con occhi da cerbiatto e, magari è qualcuno che conosci bene,
tipo….. qualcuno con cui lavori, sbaglio? - Lo sguardo indagatore e fiero mi fa
capire che non è poi così scemo come lo credevo.
- Mi spiace per te Edward, io lo scemo lo faccio, non lo
sono. -
Provo ad ingoiare un paio di volte, ma ho la gola
completamente secca.
- Emmet, come….? -
- ahahahahahahahah, Edward, ma veramente mi reputavi
un'idiota totale impegnato soltanto a venerare il corpo da favola di tua
cugina? Ho due occhi anche io ed ho visto come vi mangiate con lo sguardo, solo
un cieco non si sarebbe accorto della strana elettricità che nasce dai vostri
corpi. E poi… mio caro non sei venuto da solo, - lancia un'occhiata al cavallo
dei mie pantaloni ed io non posso fare altro che imitarlo - hai portato con te
anche il tuo amico, che a quanto pare è ancora sveglio dopo averla vista, dico
bene? - Cazzo, dice bene si, ho fatto finta ma l'erezione che avevo con Bella
ce l'ho ancora. Com'è possibile chiederete voi, semplice non riesco a toglierla
dalla testa e, a dirla tutta non lo voglio nemmeno fare. L'energumeno di fronte
a me continua a ridere
- hai finito di ragliare come un asino? Sono venuto qua
perché mi fa un po' male la gamba e volevo sentire un tuo parere. -
- Dai rubacuori, fammi vedere, alzati quel pantalone e no,
in quelle condizioni non te lo togli, non si sa mai che ti scappa fuori
qualcosa. -
- Ma sarai imbecille?! -
un'occhiata e tutte e due ridiamo come due cretini.
*******
Esco dalla doccia ed
il caldo mi colpisce in viso. Mi sento tranquillo e rilassato, questa sera è
molto importante ed è per questo che ho deciso di preparare una cenetta intima
qui a casa mia, nessuno che ci disturberà e potremo parlare in santa pace.
Indosso la t-shirt dirigendomi in cucina per controllare il
pesce nel forno, niente di troppo impegnativo, facile da cucinare e gustoso al
palato. l'insalata aspetta solo di essere condita al'ultimo minuto ed il vino è
in fresco.
Ricontrollo il tavolo apparecchiato per due, niente di
troppo formale, ed è per questo che ho deciso di preparare nel tavolino da
caffè, i cuscini a terra le uniche nostre sedute.
la musica si diffonde dolcemente nell'appartamento e la mia
mente vola a lei, e non riesco a fermare la mia mano che è già volata a
comporre un messaggio per lei, sul cellulare
non vedo l'ora di vederti! E.
Con un certo imbarazzo mi rendo conto che assomiglio sempre
di più ad un adolescente innamorato, ma sono contento e felice, è da tanto
tempo che non provavo queste sensazioni. Prima di rimettere a posto il telefono
compongo quel famoso numero che ormai conosco a memoria, sarà pure una cena
informale ma lei è la mia regina e merita solo il meglio. Ho ancora tempo prima
che arrivi, dopo aver spento il forno, mi fiondo fuori casa ho bisogno di un
dolce ed una cheese cake al limone è ciò che ci vuole e poi il fioraio mi
aspetta già.
Pov Bella:
Giornata di lavoro conclusa brillantemente, finalmente a
casa. Doccia, leggins, maglietta extralarge, sneakers e sono pronta. Ultimo il mio look con una
coda alta, chiavi e borsa e corro fuori da casa, rileggo i suoi messaggi mentre
aspetto l'ascensore:
Cena a casa mia,
niente d'impegnativo. E.
quindi tradotto nella lingua di noi donna equivale a:
vestita bella comoda, per la mia gioia. Ma il secondo mi ha mandato
letteralmente il cuore in aria,
non vedo l'ora di vederti! E.
Quante cose può racchiudere questa semplice frase? Tante, ed
io voglio scoprirle una per una! Una volta sotto casa suono il citofono. Non
chiede chi è, non dico chi sono. Nulla! Apre e basta ed io mi sbrigo
all'interno. Una volta al suo piano, trovo la porta leggermente socchiusa, mi
avvicino cauta e pronta per bussare, quando si apre all'improvviso e un enorme
mazzo di rose rosse con al centro una bianca occupa il mio campo visivo,
celando colui che lo tiene in mano.
- O mio Dio! Edward,
sono meravigliosi. -
Lentamente le rose scivolano verso il basso, lasciando
spazio al sorriso più dolce e tenere che abbia mai visto in vita mia - solo il
meglio per una per una persona speciale, la mia persona speciale. -
Le parole abbandonano quelle labbra disegnate sempre
accompagnate da un sorriso, ma quegli occhi, quelle due gemme verdi sono
scurite da una luce intensa ed avvolgente, nella quale mi perdo per un attimo,
il tempo di mettere a fuoco le sue parole . Non è possibile!
- Sei stato tu a mandarmi le rose vero? -
- Ammetto di essere colpevole -
- E… ti sei divertito a vedermi così emozionata per quel
regalo inatteso, vero? - Chiedo con un po' di sospetto mentre si allontana per
far partire una canzone.
- Colpevole anche di questo - la sua timida risata mi fa
vibrare le corde del mio cuore, l'emozione cresce mentre delle piccole lacrime bagnano i miei occhi, s'avvicina
e cerco di nascondere il mio viso tra le rose, aspiro profondamente il loro
profumo quando la mano di Edward, delicatamente mi fa alzare il volto,
l'intensità del suo sguardo mi toglie il respiro, cerco il modo di rimanere
lucida e annaspo in cerca di aria. Note dolcissime ed avvolgenti prendono vita
attorno a noi ed il mio fiato si fa sempre più corto, il cuore sembra voler
scoppiare
- Sono delle rose stupende… -
- mai quanto te - il suo volto sempre più vicino al mio
- Perché mi avevi regalato quelle rose?- La mia domanda
sussurrata appena
- Perché ti volevo come ti voglio ora! - Quelle parole
calde, invitanti si scontrano con la mia pelle fresca, trasmettendomi brividi
placati solo dalle sue labbra che affamate si nutrono delle mie. Non mi accorgo
di aver lasciato andare i fiori, fino a quando mi ritrovo a stringere tra le
dita i suoi capelli setosi, le sue braccia mi stringono a se mentre continuiamo
a baciarci addossati alla porta d'ingresso, come due ragazzini alle prese con
una tempesta ormonale.
Lentamente i nostri corpi si separano, così come le nostre labbra e rimaniamo a
fissarci finché un timer suona
- è pronta la pappa tesoro, a tavola!- La voce di Edward è
gioiosa, si dirige verso la cucina, mentre lo guardo attentamente, la maglietta
bianca segna perfettamente i muscoli
della schiena e quei jeans…. avvolgono in modo provocante quel sedere sodo, da
farmi venire voglia di pizzicarlo. Non mi trattengo, lo seguo e quando gli sono
vicina allungo la mano e lascio sulla sua natica sinistra un piccolo pizzico
che lo coglie di sorpresa facendolo saltare sul posto.
Si gira di scatto verso di me, che con le braccia dietro la
schiena lo guardo con la miglior faccia da cucciolo che abbia mai fatto in vita
mia
- Tu. Non. Sei. Normale. - Dichiara divertito puntando il
suo indice verso di me
- mai detto di esserlo. - Affermo con le mani in alto e un
sorriso sincero.
- ed è per questo che mi piaci. - Lo dice, guardandomi negli
occhi mentre mi da un bacio sulla fronte e con tutta la tranquillità di questo
mondo, sorride e scuote la testa come se fosse una cosa ovvia.
La cena è tranquilla e rilassata, qui seduti sui cuscini
mentre mangiamo una fetta di cheese cake al limone la mia preferita
- Sai ancora non riesco a capire come hai fatto ad
indovinare che questo è il mio dolce preferito -
- Ricordi che pensavo di aver perso, ma invece erano solo
sepolti da strati di polvere. -
Blocco ogni movimento e lo guardo, aspettando che continui a
parlare e lui lo fa
- Ricordo che quando eri più piccola e venivamo a casa
vostra eravamo soliti portare una bella Cheese cake e tu diventavi matta solo a
vederla, quella al limone poi, veniva divorata da te in un baleno. -
- Me le ricordo, se non sbaglio era tua madre che le
preparava. E poi scusa di che ti lamenti, evidentemente erano talmente buone da
essere irresistibili. -
- Si come eri irresistibile tu, con quei buffi occhialoni e
le trecce, gli occhi ti si illuminavano e vivevano di vita propria. - Lo fisso
a bocca aperta, non mi aspettavo una dichiarazione del genere da Edward
- ma se mi chiamavi Nessie, il mostro di Lock Ness -
- è vero. - Ammette ridendo, - ma è anche vero che i tuoi
occhi mi sono sempre piaciuti ed ora che non porti più gli occhiali, sono
ancora più belli. Adoro i tuoi occhi Bella, così sinceri e profondi, vorrei
perdermi ogni volta che li guardo. -
Trattiene per un attimo il respiro prima di buttarlo fuori
adagio, le sue mani corrono ad avvolgere le mie ancora appoggiate al tavolo. La
sua pelle, liscia e calda, manda continue scosse alla mia, che s'irradiano in
tutto il corpo, concentrandosi all'altezza del petto, facendo aumentare i
battiti già accelerati del mio povero cuore.
- Ti chiedo una possibilità Bella, io e te…. All'inizio è
vero, volevo solo venire a letto con te. Ma adesso… Voglio stare con te, sapere
che sei mia come io sono tuo. - Spiazzata, ecco come mi sento! Certo sapevo che
questa sera dovevamo affrontare la situazione ma… non credevo che Edward
avrebbe preso lui l'iniziativa, è stato sorprendentemente sincero, non mi
aspettavo che avrebbe ammesso il suo volermi portare a letto iniziale ma ora,
guardando in quegli occhi limpidi posso sentire la veridicità delle sue parole
e quelle vengono dal suo cuore.
- Si! - Grido in risposta e mi butto tra le sue braccia
mentre ricopro il suo viso con i miei baci.
lunedì 13 agosto 2012
Capitolo 14
Pov Edward
L'osservo mentre si alza e si guarda intorno alla ricerca
dei suoi vestiti. Uno sguardo addolorato quasi deluso nei suoi occhi, faccio
finta di nulla, lasciandole il suo tempo ma non perdendo neanche un piccolo
movimento. Esce dalla stanza con una velocità tale da suggerirmi che in effetti vorrebbe fuggire, mi alzo
allarmato da quel pensiero. Perché dovrebbe scappare via? Abbiamo appena fatto
l'amore ed è stato meraviglioso, non capisco. Privo di pudore per la mia nudità
mi precipito fuori dalla camera, pronto alla sua ricerca, mi blocco davanti
alla porta del bagno, dalla quale provengono dei borbottii.
Senza fare rumore appoggio l'orecchio alla superficie liscia
del legno, parole sconnesse ed ovattate mi arrivano da dietro la porta. Non mi
piace, no per niente!
non posso credere a ciò che sta pensando, non posso
permettermi di perderla adesso che l'ho fatta mia.
Mi porto dietro le sue esili spalle, osservando il suo corpo
attraverso lo specchio di fronte a noi. I suoi occhi abbassati, tristi mi fanno
male al cuore, non resisto un attimo di più e la provoco, la sfido apertamente
a dirmi in faccia quello che la sua testa matta le stava suggerendo.
Leggo stupore sul suo volto, non mi ha sentito entrare,
l'imbarazzo è palpabile così come la forza che mi lega a lei. Non riesco a non
pensare che vuole lasciarmi, non mi sembra possibile, deve essere tutto uno
stupido scherzo, voglio giocarmi il tutto e per tutto, giocare sull'incertezza
che leggo nei suoi occhi, nel suo corpo che inconsapevolmente freme al contatto
con il mio. Ricordarle gli attimi che ci hanno visti complici ed amanti solo un
momento fa e mentre le parlo con il cuore in mano, eccitandomi solo al ricordo
di noi due uniti in un'unica anima, mi ritrovo a baciarla con tutta la passione
ed il desiderio che ho.
Non riesco e non voglio resistere a questa sirena
ammaliatrice, ogni cosa di lei è un richiamo per me, come ora che mi ritrovo
quasi a divorarle quelle labbra di velluto, rosse come il peccato e dolci come
il miele.
Annullo la mente, guidato dal cuore e da ciò che provo per
lei la faccio mia nuovamente, con passione con ardore infinito, con amore.
Perché mi rendo conto che con Bella non potrà mai essere una cosa senza senso,
mi rendo conto che è lei che da senso alla mia vita. Mi rendo conto che la amo
con tutto me stesso e che non permetterò a niente e nessuno di farla
allontanare da me.
Pov. Bella
Non so per quanto tempo rimaniamo abbracciati, i respiri
ormai calmi e i cuori che scandiscono lentamente il loro tempo. Le sue mani si
muovono pigre lungo la mia schiena, disegnando ghirigori astratti mentre lo
sento intonare una strana melodia.
Alzo la testa per poterlo osservare meglio e mi specchio in
due smeraldi che osservano dolci il mio corpo dall'alto
- forse è meglio se ci vestiamo, tu che ne dici? - La sua domanda mi coglie di sorpresa, sto
così bene qua tra le sue braccia che ho non voglio muovermi per paura di
spezzare questa strana bolla che ci circonda. Mi limito ad annuire, mentre le
sue braccia circondano il mio corpo, tenendomi aggrappata a lui, mi conduce
nuovamente nella sua stanza e con un piccolo bacio sul naso mi mette giù.
- Edward veramente…. - Non mi da tempo di finire la frase
che lo vedo sparire oltre la porta per tornare due secondi dopo con un ammasso
di stoffa tra le braccia
- i tuoi vestiti, o quel che ne rimane - il sorriso tenero che
illumina il suo volto mentre lo dice mi fa venire voglia di baciarlo ancora,
ancora e ancora.
Mi affaccio alla grande vetrata del salotto e rimango
stupita quando m'accorgo che fuori è buio e tutte le luci della città sono
accese. Mi perdo nella contemplazione di queste piccole gocce di luce che
rischiarano il panorama come tante piccole stelle.
Un colpo di tosse discreto mi fa saltare sul posto, sposto
lo sguardo e la sua immagine si riflette nel vetro dinnanzi a me, lentamente mi
porto davanti a lui che osserva curioso ogni mio movimento.
- E' tardi, che ne dici se ordiniamo qualcosa da mangiare? -
Controllo l'orologio e mi accorgo con stupore che sono da
poco passate le 22.30, santo cielo ho perso totalmente la cognizione del tempo
da quando ho messo piede qua dentro.
Ormai ho una certa familiarità con il suo appartamento ma,
mi ritrovo ugualmente a vagare per il salone, osservando curiosa ogni cosa,
anche la più piccola. Ogni foto, ogni cd, ogni film in dvd passa in rassegna
dai miei occhi critici.
Un luccichio cattura la mia attenzione e come richiamata da
un canto di sirena mi dirigo verso la fonte del mio interesse.
Quasi timorosa di poterlo rovinare, allungo una mano
sfiorando per un solo istante quella superficie liscia, fredda, ogni mio
movimento si riflette su di essa e sono quasi tentata di prenderlo dal suo
piccolo piedistallo.
- Se vuoi un giorno t'insegno a suonarlo. - La voce di
Edward arriva calda e roca alle mie spalle, mi volto di scatto, trovandolo
molto più vicino di quanto avessi immaginato. Il suo sguardo è divertito e
luminoso, - sei bellissima quando arrossisci - la sua mano fresca carezza
dolcemente la mia guancia infuocata, segno che ormai il mio viso assomiglia molto
ad un peperone.
- Sai, preferirei sentirti suonare piuttosto che imparare io.
E poi… un uomo che sa suonare il sax…. lo trovo terribilmente sexy. -
Accompagno le mie parole ad un sorriso divertito ed un piccolo occhiolino, ma
posso notare come queste non siano passate inosservate a lui, i suoi occhi
s'illuminano di una luce strana, una luce che non promette niente di buono o
che al contrario promette molto.
***
La luce del giorno mi costringe ad aprire gli occhi,
stordita mi guardo intorno ritrovando la familiare aria di casa. mi costringo a
portare il mio corpo ancora addormentato sotto la doccia e nel momento in cui
l'acqua tiepida sfiora la mia pelle le immagini di ieri sera invadono
prepotenti la mia mente. Possibile che non sia stato tutto un sogno? Possibile
che tutto ciò è successo veramente?
I baci, le carezze, il sesso, quelle sue parole piene
d'amore e tutti quei gesti così dolci, disarmanti. Le chiacchiere seduti al
tavolo con solo dei cartoni di pizza davanti, cose semplici che scaldano il
cuore ma che lasciano l'amaro in bocca, niente è definito, ancora tutto aperto
ad ogni possibile scenario, solo sesso senza altri fini o come m'è sembrato di
capire una relazione seria? Non so cosa aspettarmi da quell'imprevedibile uomo.
Il suo "ci vediamo domani"sussurrato a pochi millimetri dalla mia
bocca, sulla soglia di casa come un
adolescente, ancora ardesulla mia pelle
con il suo carico di mille promesse. Non ha voluto sentire ragioni, doveva
accompagnarmi a casa è stato irremovibile su questo punto e se devo dire la
verità sono stata piacevolmente colpita da questo suo gesto. Ogni nostro gesto,
anche il più piccolo, sembrava studiato nei minimi dettagli per tenere viva la
fiamma che ardeva dentro di noi e che risplendeva nei nostri occhi.
*******
Finisco divestirmi,
un maglioncino rosso ed una gonna nera, prendo la mia borsa e mi fiondo fuori
dall'appartamento, neanche il tempo di mettere il piede per strada che subito
il mio cellulare inizia a suonare, quando riesco a trovarlo in mezzo a questo
labirinto che è la mia borsa ovviamente ha smesso. Sto per controllare chi
fosse quando mi arriva un messaggio.
Sei in ritardo...
come
sempre.
il familiare numero del mittente mi fa balzare il cuore in
gola ed un sorriso idiota nasce sul volto, non c'è storia, anche a distanza mi
fa sempre questo effetto. Edward Cullen mi ha appena annunciato il suo ritorno
all'hotel.
- Signorina Swan - il tono ossequioso, quasi di riverenza, con
un sorriso falso come i soldi del monopoli, solo perché sono la figlia di uno
dei padroni mi da il voltastomaco, che ci posso fare, non l'ho mai sopportata la
nostra receptionist, Kate, ma purtroppo finora è stata impeccabile nel suo
lavoro.
- Kate - poca confidenza e assoluto distacco, prima o poi
capirà che non mi piace e la smetterà di fare la svenevole ogni volta?
Premo il tasto degli uffici e tre minuti dopo il dolce suono
dell'ascensore mi avvisa di essere arrivata. Con passo di marcia, ma con
sorriso idiota sulle labbra mi avvio nell'ufficio del direttore, non do peso alle
parole di Mary. Appena varcata la soglia un intenso odore di dopobarba invade
ogni mia cellula, Edward Cullen siede sull'angolo della scrivania, una gamba
leggermente penzoloni viene mossa leggermente avanti ed indietro, la camicia
bianca leggermente sbottonata sul petto fascia perfettamente il suo petto
largo, quel petto che solo ieri sera ho potuto accarezzare più e più volte. I
miei occhi vagano lungo la sua figura, soffermandosi sulle gambe toniche
coperte da quel pantalone grigio che lo fascia perfettamente, ogni muscolo
viene messo in risalto, senza esclusione di colpi specialmente per i miei
poveri occhi sognanti; ed eccole lì le immagini di ieri notte che si ripresentano
nella mia mente come un film a rallentatore, portando il mio corpo a reagire di
conseguenza, sento il calore pervadere il mio volto, automaticamente mi
avvicino a lui ma non riesco a fissargli gli occhi cosi che il mio sguardo vaga
per l'ufficio.
Due dite mi sollevano delicatamente il viso finché il mio
sguardo si scontra con due smeraldi lucenti che mi osservano con dolcezza e…amore.
Il volto leggermente piegato di lato, un sorriso dolce e lo
sguardo intenso questo è Edward Cullen in tutto il suo splendore, questo è
l'uomo che s'è impossessato del mio cuore.
Le sue mani avvolgono il mio viso mentre lo accompagna verso
di se, un piccolo banalissimo bacio sulla fronte mette in serio dubbio la
stabilità delle mie gambe. accidenti sono irrimediabilmente persa per lui.
- Che ci fai qui? - La mia voce un sussurro appena udibile
- Volevo vederti, non riuscivo ad aspettare questa sera. -
Il sorriso sghembo, suo marchio di fabbrica, accompagna le sue parole, la
lingua inumidisce le labbra facendomi capire appena in tempo i suoi intenti che,
subito la sua bocca è sulla mia, ed è subito ossigeno puro. Non mi ero accorta di
non respirare davvero da ieri sera quando mi ha salutato sotto casa.
- Ciao tesoro - la fronte poggiata alla mia, gli occhi che
scrutano l'anima, forse alla ricerca di ripensamento che ora come ora non ce
n'è.
- Ciao - il mio naso frega contro il suo collo assimilando
quel suo profumo divino. Tutto di lui mi fa impazzire e infuocare tanto che
devo buttargli le braccia al collo per potermi stringere al suo corpo e
finalmente sentirmi a casa.
Ogni volta che sono tra le sue braccia perdo la cognizione
del tempo, così che non so mai se dall'ultima volta che ho guardato
distrattamente l'orologio, sono passati solo pochi minuti od ore.
- Allora che ci fai qua Edward, sei ancora in malattia se
non sbaglio - il tono autoritario mentre pronuncio queste parole, scostandomi
di poco dal suo corpo, ma tenendo sempre un contatto con lui.
- Te l'ho detto, mi mancavi, quindi ho unito l'utile al
dilettevole, rivedo te, subito, e controllo l'albergo, non che non mi fidi,
anzi hai fatto un ottimo lavoro fin'ora, ma volevo constatare con i miei occhi.
- Il sorriso imbarazzato, tipico di un bambino appena scoperto a fare una
marachella. Dovrei arrabbiarmi, dovrei urlare che non si fida del mio operato,
dovrei sbatterlo fuori dall'ufficio e farlo scortare direttamente all'uscita,
se non a casa sua, ma tutto ciò che riesco a farlo è un verso strozzato mentre
nuovamente gli getto le braccia al collo con un impeto così improvviso da
sbilanciarci all'indietro sulla scrivania, stupendoci entrambi per questo mio
slancio di felicità e ridiamo, assieme, guardando l'uno negli occhi dell'altro
e leggendovi mille e mille promesse.
Il fuoco che ci brucia nei nostri corpi prende il
sopravvento sulla ragione, ed in n attimo ci troviamo accaldati ed ansimanti
dopo una serie interminabile di baci appassionati. Con goffaggine cerchiamo di
sistemarci al meglio sulla lucida superficie di legno, spostando, o meglio
gettando questo e quello, giù dalla scrivania. Le sue mani vagano affamate sul
mio corpo scivolando al di sotto del maglioncino tirandolo così sempre più su
fino a sfilarlo e gettarlo non so dove, ogni movimento è accompagnato dalle sue
labbra e dalla lingua che giocosa disegna ghirigori sulla mia pelle bollente.
Gemiti soffocati dalle sue labbra abbandonano le mie, mentre
mi muovo su di lui incontrando la sua eccitazione. Come posseduta da non so quale
demone, inizio a strusciarmi sempre più velocemente, le mutandine ormai fradice
dai miei umori sfregano sulla mia intimità bagnata, mentre mani possenti
artigliano i miei fianchi portandomi sempre più contro di lui.
giovedì 9 agosto 2012
Capitolo 13
La sua voce, roca e calda ripete come un mantra il mio nome
mentre le labbra scivolano lungo la pelle del collo e le mani accarezzano il
mio corpo, mentre affondo le mie tra i suoi capelli.
Mi osserva, il verde incupito dal'eccitazione che pervade i
nostri corpi, splendido l'unica parola che compare nella mente alla vista del
suo volto illuminato da un sorriso sincero.
- Bella, sei… -
Non gli do tempo di finire la frase che incollo le mie
labbra alle sue, allo stesso tempo intreccio le gambe dietro la sua schiena, un
chiaro invito a non fermarsi e continuare.
- Ok tesoro, indietro non si torna. -
Lo sento muoversi sopra il mio corpo, la mia carne avvolge
la sua eccitazione, mentre dolcemente la spinge dentro me, quasi avesse paura
di farmi male.
Sospiri affollano il mio orecchio. Si ferma il viso sulla mia
spalla.
Occhi negli occhi, un perdersi dentro le nostre anime, un
sorriso mentre con movimenti lenti, profondi ricomincia a spingersi dentro me,
vado incontro alle sue spinte, quasi ne andasse della mia vita. Voglio sentirlo,
ancora di più.
Per anni ho sognato questo momento ed ultimamente è stato un
sogno ricorrente tanto che ho quasi paurache in verità stia dormendo.
Labbra tracciano scie bollenti lungo il collo mente le mani
accarezzano le gambe, portandole sulle sue spalle.
Mi osserva come se fossi una pietanza prelibata e affamato
si lecca le labbra, negli occhi la luce del desiderio, dell'eccitazione.
Continua a spingersi in me con rinnovato vigoree nello stesso tempo una sua mano va ad accarezzare la mia eccitazione
già gonfia per lui, basto poco per farmi scoppiare in un orgasmo infinito, le
mani artigliano il lenzuolo sotto di noi, volendolo quasi strappare. In
ginocchio davanti, un sorriso felice sul volto mentre osserva il mio corpo
attraversato dagli ultimi brividi
- sei bellissima! -
Inizia a muoversi con rinnovato vigore, una mano sulla mia
intimità, intenta a stimolare ancora di più il mio clitoride già gonfio ed allo
stremo, mentre l'altra accarezza con decisione ogni angolo del mio corpo che
riesce a raggiungere, fino arrivare al mio seno. Lo palpa, lo stringe pizzica.
Porta la bocca sul capezzolo per continuare la tortura con labbra e denti,
aumentando così lo stato di deliro in cui mi trovo e mi ritrovo ad invocare
anche la luna e le stelle oltre ad ogni santo presente in paradiso.
Si ferma ancora perso in me e punta il suo sguardo nel punto
esatto in cui i nostri corpi sono ancora uniti. Movimenti lenti, profondi, si
muove senza spostare gli occhi, sembra completamente rapito dalla vista della
sua eccitazione che sprofonda in me.
Completamente esposta a lui, mi porto le mani sul volto
sentendo l'imbarazzo pervadermi il corpo. Non dovrebbe essere questo il momento
per diventare rossi, eppure il suo sguardo mi sta trasformando in un pomodoro.
- Lasciati ammirare, perché... in vita mia ….. - gli ansimispezzano la sua voce - non ho mai…visto
nulla…di più erotico e bellissimo di noi che ci amiamo. -
Si piega e bacia dolcemente le mie labbra mentre si spinge
ancora più in profondità, altre due spinte e porta indietro la testa, mentre un
verso liberatorio risuona nell'aria, nello stesso tempo in cui s' abbandona
alle scosse del suo orgasmo.
Lo stringo al mio petto, quasi con la paura che questo
momento possa svanire come un bel sogno alle prime luci dell'alba.
Lo sento muoversi e mi sto già preparando a scappare da
questo letto quando mi sento afferrare per i fianchi e trascinare verso il suo
petto caldo, mentre le braccia mi avvolgono in unabbraccio.
Le sue labbra sfiorano la fronte lucida, mentre mi stringe
sempre più forte,
- non i scappi più Bella, mai più. -
Un timido sorriso, prende vita sulle mie labbra e mentre la
mia mano viaggia lungo il suo petto, disegnando la linea dei suoi muscoli, mi
stringo a lui aspirando profondamente il suo profumo.
Non so per quanto tempo rimaniamo così stretti l'uno
all'altro, con la mia testa appoggiata al suo petto. Mi beo di questo momento
di quiete, vagando con la mente in posti raggiungibili solo nei sogni.
La sua voce mi riporta alla realtà.
- Sai, la prima volta che ti ho
visto - sposto la testa per poterlo guardare in faccia
- eri un mostro - lo
dice guardandomi negli occhi, con tono serio anche se i suoi occhi sono dolci.
- Ma i tuoi occhi sono stati sempre bellissimi. - Accompagna le ultime parole
con un sorriso per poi accarezzare lentamente la forma dei miei occhi.
- Ah grazie!! prima mi paragoni
a Nessie, il mostro di Lock Ness, poi a distanza di anni me lo vieni anche a
ricordare? Beh sappi che per moltissimo tempo ti ho odiato per questo. - Un
piccolo broncio increspa le mie labbra, più per non scoppiare a ridere che per
lo spiacevole ricordo che ha evocato.
La sua risata si diffonde per
la camera come la più soave delle melodie, le braccia forti a stringermi al suo
petto caldo un bacio appena accennato tra i miei capelli, per poi spostarsi
lungo il viso fino ad impossessarsi delle mie labbra, la sua lingua che
lambisce la mia tanto da togliermi il fiato, per poi staccarsi ed osservarmi
con il suo sorriso sghembo da presa per il culo
- Scusami amore ma non puoi
negare che la prima volta che ti ho visto tra occhialoni ed apparecchio
sembravi una coppia di ugly Betty, definirti mostro di Lock Ness era farti un
complimento.-
Quasi non mi accorgo delle
ultime parole che pronuncia, la mia attenzione s'è fermata all' "amore".
Lo guardo a bocca aperta,
cercando di capire se pensa davvero ciò che ha detto oppure gli è scivolato via
dalle labbra, senza rendersi conto, senza accorgersi dell'effetto che ha su di
me. E' tranquillo e purtroppo non sembra essersi accorto di ciò che ha detto e
questo mi fa capire solo una cosa, che per lui non sono altro che una della
tante che gli ha scaldato il letto.
Lentamente mi allontano da lui
e passo la mano tra i capelli aggrovigliati, con la morte nel cuore cerco con
lo sguardo i miei vestiti e non troppo lontano dal letto vedo la mia camicetta,
mi allungo leggermente per prenderla e senza guardare nella sua direzione la
indosso. Mi alzo da quel letto che sembra urlarmi contro, ma in questo momento
ho bisogno di prendere le distanze un attimo, di stare da sola e riflettere.
Edward osserva ogni mio
movimento senza dire una parola, sembra quasi stia studiando ogni mia mossa.
Afferro il resto dei vestiti e mi fiondo in bagno. Osservo il mio viso allo
specchio, oltre al nido di rondini che ho sulla testa vedo solo una ragazza con
due enormi occhi scuri e lucidi, un viso accaldato e le labbra rosse e gonfie
per i baci scambiati. Rimango ad osservare la mia immagine allo specchio, senza
vedermi veramente. Cosa diavolo mi è saltato in mente? Come ho potuto lasciarmi
andare così, stupida che non sono altro. Devo dimenticare ogni attimo di questo
pomeriggio, meglio fare un bel passo indietro, anche se è troppo tardi.
- Edward…. è, no così non va
bene. Edward forse dobbiamo…No neanche così - prendo un bel respiro e fisso
nuovamente la mia immagine. Che stupida che sono! Provare davanti lo specchio
un discorso per tagliare i ponti con lui. Prendo un bel respiro
- Edward è meglio se
dimentichiamo quello che è successo poco fa, è sbagliato e sicuramente fuori
luogo visto che… -
- Dimmelo guardandomi in faccia
Bella. -
La voce di Edward mi coglie di
sorpresa facendomi sussultare, lo sguardo si alza automaticamente e lui è lì,
dietro di me che mi osserva attraverso lo specchio, il torso nudo e i capelli
ancora più scompigliati sono qualcosa d'incredibile da vedere, ma i suoi occhi…
i suoi sono disarmanti, con una tristezza profonda che prima non c'era.
- Dimmelo mentre fissi i tuoi
occhi nei miei. Ma devi essere convincente, mi devi dire che mentre mi guardi
non vedi i nostri corpi uniti e le nostre mani intrecciate. Dimmi che non
risenti l'eco dei nostri sospiri, - avvicina il suo corpo al mio e mantenendo
un contatto visivo con i miei occhi, s'avvicina al mio orecchio per continuare
a sussurrare con voce roca e calda il suo discorso. - Dimmelo Bella e tutto tra
noi tornerà come prima di tutta questa pazzia che ci ha avvolti come una calda
coperta. Dimmi che non senti ancora i brividi attraversati il corpo e l'anima
se solo pensi a noi assieme, estasi pura in un piacere infinito. - La sua bocca
sul mio collo ne segue il profilo, nello stesso momento le mani risalgono sui
miei fianchi stringendomi a lui, affonda il viso tra i miei capelli, aspirando
il profumo della mia pelle
- dimmelo Bella, ti prego e,
prometto che poi ti lascerò in pace. -
Non ho tempo per rispondere che
mi ritrovo a fissare il suo petto, le sue mani afferrano con più decisione i
miei fianchi e sollevano il mio corpo fino a farmi sedere sul piano del
lavandino. Le sue labbra sulle mie, fameliche chiedono un bacio che non posso e
non voglio rifiutargli. Cosa mi è passato per la mente? Come potevo porre fine
a questo festival dei sensi che ogni volta mi fa provare? Lo so che alla fine
soffrirò ma adesso, più che mai, voglio potermi godere Edward per quanto più
posso, al poi ci penserò più avanti.
La sua lingua reclama
prepotente la mia finché non la trova, s'accarezzano in modo sensuale, trasmettendomi
scosse al basso ventre. Può solo un bacio eccitarti da morire? Me lo sono
sempre chiesta e non ero mai riuscita a darmi una risposta fino a questo
momento.
Edward si fa largo tra le mie
gambe mentre io mi stringo maggiormente a lui. Le mani risalgono a sfiorare il
profilo del mio corpo su e giù finché non afferra i due lembi della camicia e
li tira, piccoli tintinnii risuonano nell'aria, non me ne curo, presa dal
piacevole assalto di Edward. la sua bocca scivola lungo il mio petto fino a
trovare posto sul mio seno destro, i denti artigliano delicatamente il
capezzolo ormai turgido giocandoci con la lingua e mandandomi fuori di testa.
- Ahhh - non riesco a fermare
il piccoli gridolino disorpresa, quando
improvvisamente affonda due dita in me. Non riesco a capire più nulla. la sua
bocca sul seno, la mano dentro la mia intimità e l'altra che accarezza ogni
parte che riesce a raggiungere. Lo sento in ogni angolo del mio corpo
- Pronta piccola? -non mi da tempo di rispondere che sento
riempirmi con la sua eccitazione, in profondità, spinge ritmicamente verso di
me, mi ritrovo leggermente inclinata all'indietro sul piano,le mie gambe circondano i suoi fianchi, le
mani vagano sulle sue braccia, disegnando i muscoli contratti per lo sforzo di
tenersi aggrappato al piano e non pesarmi addosso.
Mi ritrovo a gemere a voce alta
senza vergogna e senza pudore, cerco come posso di andare incontro a quelle
spinte profonde mentre il suo respiro mi provoca brividi lungo il collo. La sua
voce roca ridotta in un sussurro
- dimmelo Bella… adesso! Dimmi perché …volevi…finire …tutto…ahhh…questo
-
Mi stringo a lui ancora di più,
quasi ne andasse della mia stessa vita. Aumenta il ritmo, nello steso momento
in cui esplodo in un orgasmo profondo, che scuote ogni mia più piccola cellula
- Edwaaaaaardd - mi ritrovo ad
urlare con tutta la forza che ho in corpo il suo nome mentre mi stringo a lui
cercando di calmare i battiti impazziti del mio cuore e nello stesso momento
anche lui viene sopraffatto dal suo orgasmo, intenso e potente quanto il mio
-
Bellaaaaaaaa…Bella…Bella…Bella… - ripete il mio nome come una cantilena, mi
stringe contro il suo corpo. siamo talmente vicini che posso sentire i nostri
cuori battere all'unisono. Con dolcezza porta una ciocca di capelli ribelli
dietro l'orecchio per poi lasciarmi una delicata serie di baci che partono
dalla guancia per arrivare alle labbra, dove deponedue piccoli baci a stampo prima di fissare i
suoi occhi nei miei.
- Adesso che ti ho preso non ti
mollo più piccola. Sei mia, solo mia! - Dice dopo un momento che mi sembra
infinito, mentre un dolce sorriso sghembo illumina il suo volto. Non riesco a
non ricambiarlo e stanca appoggio la mia fronte al suo petto, lasciandomi
dolcemente cullare dalle sue braccia e dalle sue carezze.
mercoledì 8 agosto 2012
Capitolo 12
Pov. Edward:
Ho sempre pensato di essere un
ragazzo fortunato ed oggi lo posso gridare al mondo intero, insomma i soldi e,
modestia a parte, la bellezza non mi sono mai mancati. L'ascendente sulle belle
donne anche ma, per la prima volta in vita mia lo posso affermare con
convinzione, dopo aver sfiorato la tragedia per un secondo. Tanto sarebbe
bastato alla mia vita per cambiare per sempre, anzi per porvi fine e se mai ho
dubitato che qualcuno da lassù ci guarda ora sono pienamente convinto che quel
qualcuno ci aiuta e ha deciso di farmi tornare a Boston e farmi rincontrare il
mio angelo salvatore.
Sono passati due mesi da quando è entrata nella
mia camera d'ospedale come una furia assieme a mio fratello, bloccando ogni
movimento davanti al mio letto. Ricordo come se fosse oggi i suoi occhi fissi
su di me come a voler imprimere ogni minimo segno sul mio corpo, il suo petto
alzarsi ed abbassarsi, boccate d'aria a riempire i polmoni mentre i denti
torturavano le labbra morbide fino a farle sanguinare, lunghe calde lacrime rigarle
quel volto pallido, mentre una mano straziava quei capelli setosi.
*****
Occhi negli occhi, in un muto comunicare, quasi
non mi accorgo di mio fratello che s'affanna a controllare la mia salute, zampettando
qua e là per verificare di persona e confrontarli con la cartelletta ai piedi
del letto. Rispondo distratto alle varie domande di Jasper, ma non distolgo lo
sguardo dal suo viso...una mano, quasi indecisa, s'avvicina alle coperte del
letto e le stringe
- Bella
io... - Non mi lascia finire la frase che la ritrovo addosso, le sue braccia mi
stringono a lei con fare possessivo, quasi avesse paura di perdermi e l'idea
che questa paura l'ha accompagnata fino a questo momento inizia a farsi strada
dentro me.
Immobile, mi beo di questo contatto. La mano libera
affonda tra i suoi capelli setosi, così come il mio viso. Non so se Jasper è
ancora qua con noi, non so se c'è qualcun altro, non so niente e non
m'interessa di niente che non sia Bella e dal fatto che in questo momento è
scossa da singhiozzi.
- Bella, io… Mi spiace… - Non so che dire, le
parole mi muoiono in gola, l'unica cosa che le mie labbra riescono a
pronunciare è un continuo - shhh- , mentre la cullo tra le mie braccia nel
tentativo di calmarla.
Non so quanto tempo rimaniamo così e non m'interessa
proprio, il silenzio ci circonda e la notte sembra abbia inghiottito qualsiasi
cosa al di là della finestra, mentre assorto accarezzo quei capelli di useta. Un
rumore improvviso mi fa distogliere lo sguardo, lentamente la testa si gira
verso l'elemento di disturbo, non prima di ricontrollare Bella poggiata al mio
petto, gli occhi chiusi ed il respiro regolare.
- Signor Cullen tutto bene? - La voce melliflua
dell'infermiera mi dà il voltastomaco, l'osservo mentre controlla la flebo
attaccata al mio braccio e noto il suo sguardo corrucciarsi mentre vaga tra me
e Bella, - ah! Lei è ancora qua? - Il tono così differente da quello quasi
riverenziale con cui si è rivolta a me, m'irrita terribilmente.
- Si, lei è ancora qua! - Neanche mi curo del
tono sgarbato con il quale le ho risposto, mi sta facendo girare le palle e
devo essere anche educato? Ma anche no!
La vedo prendere un bel respiro, forse per
evitare di mandarmi a cagare subito, come se le converrebbe, - signor Cullen,
questo non è di certo l'orario di visite e… la sua amichetta qua presente non
può stare certamente qui, non ha una casa dove andare? E poi… - molto
probabilmente ho smesso di seguire il suo discorso alla parola
"amichetta", perché mi suona terribilmente sbagliato il modo in cui
l'ha detto, come se le avesse dato della poco di buono? La interrompo prima che
possa anche solo dire qualcos'altro contro il mio angelo,
- senta non ho voglia di fare discussioni, lei
rimane qua. E' una camera singola, elargisco generose offerte a questo ospedale
e se ha paura di cosa possa dire il dottore di turno, beh possiamo sempre
sentire l'opinione di mio fratello, sono sicuro che sia molto disponibile a
darcela. -
Una volta assicurato che la zitellaccia è fuori
dalle scatole, mi perdo a guardare la splendida creatura tra le mie braccia,
stringe la mia maglia come se avesse paura che potessi sparire da un momento
all'altro.
Lascio piccoli baci, delicati come carezze, tra
quei capelli che profumano di vaniglia
- Edward… - La sua voce così sicura, così forte.
Che stupido che sono stato, l'ho svegliata con il mio starle troppo addosso,
blocco ogni muscolo aspettando una sua qualsiasi reazione, ma continua a
dormire.
Dorme e sogna…me.
Annaspo in cerca d'aria, eppure sto respirando,
ma allora cos'è questa strana sensazione che mi cresce dentro?
- Edward…non andare mai via…mai! - Un sussurro il
suo, ma che mi arriva forte e chiaro come una richiesta d'aiuto. Un sorriso mi
spunta sulle labbra, mentre le bacio sulla fronte,
- mai piccola, te lo giuro! - E la mia è una promessa,
a me che la sto facendo e a lei che viaggia tranquilla nel mondo dei sogni
Afferro il cellulare e le cuffie, ringrazio il
cielo che ho l'abitudine di portarle sempre con me, accendo la radio e la
canzone non poteva essere più indicata per questo momento solo nostro, avvio la
registrazione e la riascolto una, due, tre volte fino a quando le parole non
s'imprimono a fuoco dentro di me, fino a quando non posso negare la verità di
quelle parole che esprimono ciò che sento.
*****
Mi ritrovo a contemplare la vista sull'oceano,
mentre il tramonto sta prendendo il posto del giorno. Il suo viso riappare tra
i miei pensiero, bellissimo preoccupato e con gli occhi gonfi per aver dormito
un po’ troppo. Giuro che in vita mia non ho mai trovato una persona, una donna
più attraente di Bella, anche così con i capelli arruffati ed il trucco leggermente sbavato.
Due mesi che sono bloccato nel mio appartamento,
all'inizio avevo pensato di andare in hotel, ma i lavori di ristrutturazione
ormai erano finiti e il mio dottore, alias mio fratello, ha ordinato riposo
assoluto, quindi che fare? Non potevo mollare tutto e far tornare Charlie,
dovevo assolutamente inventarmi qualcosa e l'ho avuta dopo due giorni dall'incidente
*****
Per l'ennesima volta controllo l'ora nel cellulare,
è passato solo un minuto dall'ultima volta che ho guardato. Per quel che mi
consente il mio ginocchio malconcio cambio leggermente la mia posizione, quel
tanto che basta per afferrare gli auricolari e riascoltare per l'ennesima volta quella canzone. Volume basso, per non
perdermi i movimenti del reparto, chiudo gli occhi e mi lascio rapire, la testa
segue il ritmo della musica e i pensieri viaggiano
- Buongiorno Edward, oh….- Per arrivare a lei. La
voce squillate mi arriva direttamente al cuore, gli occhi si aprono per
incontrare due gocce di cioccolato, che mi sorridono timidi,
- scusa ti ho disturbato, stavi riposando? -
- No, tranquilla, sentivo un po’ di musica. -
Confesso riponendo nel cassetto del comodino cellulare e auricolari.
- Ok, - sussurra timida mentre avanza lentamente,
lo sguardo abbassato e le guance leggermente tinte di rosso.
Secondi, minuti, ore, quanto tempo rimaniamo
immobili senza dire nulla io guardo lei mentre lei guarda fuori dalla finestra,
prendo un bel respiro e decido di rompere questo silenzio
- Mi fa piacere che sei venuta a trovarmi… -
- Ti ho portato dei documenti da firmare … -
Parliamo nello stesso istante, ed il sorriso
nasce sui nostri visi.
- Come dicevo, ti ho portato dei documenti da
firmare - continua dopo il mio invito - scusami non avrei dovuto stressarti qua
in ospedale, ma ci vuole la tua firma, per le altre cose non ti preoccupare le
ho sistemate io. -
Sicuramente la mia espressione chiede
spiegazioni, sorride Bella, toccandosi il naso come se avesse combinato una
marachella - scusa -
Una risata sincera prende vita nel mio petto, mi
sento leggero.
- Sai, mi domandavo come mai ieri non ti ho
vista, adesso ho capito,sei stata bloccata in ufficio? -
- Ehm… veramente no, sono
andata….all'università…perrinviarelamialaurea- confida tutto in un fiato ed io
non posso credere a quello che ho sentito, anzi spero proprio di aver capito
male,
- scusa? Non puoi rinunciare alla laurea -
- Beh tu sei qui e ne avrai per almeno due mesi,
io avrei dovuto laurearmi tra poco, non ho detto che non lo farò, ho
semplicemente spostato la data a quando la situazione sarà tranquilla. - La sua voce è sicura ed il suo sguardo
determinato. Mettiamola alla prova al posto mio.
*****
Le 18.30 tra poco
sarà qua, cerco inutilmente di calmare il battito del mio cuore, non sono
sicuro di riuscirci, sono ormai due mesi che ho rinunciato, mi siedo sul
divano, faccio appena in tempo ad afferrare il libro che sento le chiavi aprire
la porta.
Pov. Bella.
Sono appena uscita dall'ufficio e mi dirigo verso la hall, voglio
essere fuori di qua il più presto possibile, ed è strano per me visto che ho
sempre adorato questo posto, ma da quando ho preso in mano un po’ le redini mi
sento soffocare.
Tutti che si rivolgono a me, tutti che non sanno neanche
muovere un dito se non mi chiedono prima il permesso… non mi piace questo
metodo, che ci fanno dei responsabili di settore se poi non fanno il loro
lavoro? Ne dovrò parlare con Edward.
Mi basta pensare a
lui che il cuore inizia a fare capriole, neanche fosse un acrobata del circo!
Controllo nuovamente l'orologio le 17.45, bene ho il tempo
di fare un po’ di spesa ed arrivare da lui per preparargli la cena, anche se
ancora non ho capito perché ha preferito stare a casa sua invece che qua in
hotel nella suite che usa abitualmente quando soggiorna qui.
*****
Una voce mi costringe a bloccare la mia marcia verso il supermercato.
- Ciao Bella, come va? -
- Emmet?! E' successo qualcosa? - Non so perché ma questa chiacchierata
mi mette in allarme.
- No tranquilla, tutto bene, solo che volevo chiederti se
oggi hai visto Edward, volevo sapere come stava e se adesso ha ripreso a fare
jogging normalmente. -
Lo fisso inebetita, cercando di assimilare quello che
realmente sta dicendo,
- ma cosa…come…che stai dicendo? -
L'imbarazzo negli occhi grandi e scuri che mi osservano
stupiti, - scusami Bella, io pensavo che ti aveva informata, mi dispiace….ti
prego…fai… come se non ti avessi detto nulla…per favore.-
Un sorriso sarcastico si disegna sulle mie labbra, - da quanto
tempo va avanti questa storia? -
- Da un paio di settimane… perché, che vuoi fare? - Domanda
quasi timoroso.
- Niente di che Em, non ti preoccupare. Ora vado… ci
sentiamo. -
Complimenti Edward, mi hai preso per i fondelli per due
settimane, preparati perché sto arrivando e non la passerai tanto liscia.
*****
Senza nemmeno suonare, come se fossi la padrona, entro in
casa.
Prendo un bel respiro prima di cercare quello stronzo.
Con passo felpato mi porto nel salone, eccolo là seduto di
spalle sul suo divano di pelle, il torso nudo ed i capelli sembrano ancora
umidi, molto probabilmente ha da poco finito la doccia. Mi avvicino osservando
con attenzione, vicino a lui nemmeno l'ombra delle stampelle, che sono
comodamente appoggiate vicino alla finestra che da sulla veranda, mi chiedo
come può essere arrivato fin qui, visto che ogni giorno si lamenta che non
riesce a camminare senza un sostegno.
Emmet ha ragione, se solo ho avuto un piccolo dubbio di ciò
che ha detto, ora so che ha perfettamente ragione.
A piedi scalzi mi avvicino a lui, che sembra non essersi
accorto della mia presenza, un'occhiata oltre le spalle e mi accorgo con sommo
piacere che è intento nella lettura di un libro…. al contrario.
- Ciao, che fai? -
- Niente di che….leggevo - un sorriso storto e ammaliatore
si disegna sulle labbra, mentre abbassa i libro.
- Ah! E…. la fisioterapia….come va? -
- Hai portato i documenti che ti ho chiesto? -
- Edward…lo sai che non si risponde ad una domanda con
un'altra, allora? -
- La
fisioterapia….va…bene, perché? - Il tono sospettoso, mentre mi avvicino, con
finta indifferenza alle stampelle.
- Sai mi stavo chiedendo come mai queste sono qui, così
lontano da te che poverino non riesci a muoverti. - Sfioro con le dita quel
bastone duro, freddo, mentre lo fisso negli occhi, non sposto la mia mano che
continua imperterrita nel suo movimento su…giù, su…giù, lenta, con solo due dita.
I suoi occhi fissi sul movimento della mia mano, il pomo
d'Adamo che imita il movimento.
Mi siedo accanto a lui, senza togliere il contatto dei
nostri occhi, - allora, mi dici come va la fisioterapia? -
- Bene… bene… tra un po’ potrei ricominciare a camminare
senza bastoni -
- certo e magari…potresti ricominciare a fare jogging,
giusto? - Voce calda, impostata, mentre continuo distrattamente a sfiorare quel
bastone.
- Si -
- e.. quanti km hai fatto oggi? - Sfuggo il suo sguardo,
come se non m'interessasse ciò che gli ho chiesto.
- Solo un paio perché? - Fregato!
- Brutto stronzo che non sei altro, sei un fottuto bastardo,
un imbecille vestito da adulto ma con il cervello grande come una nocciolina -
sbraito senza controllo, incazzata nera per il suo comportamento incosciente.
- Ma che ti prende Bella, che ho… porca miseria… -
- Bene vedo che ci sei arrivato da solo, credevi che non
l'avrei mai scoperto? Peccato, hai fatto male i tuoi calcoli, l'ho scoperto
eccome. -
Ride, io sono qui, incazzata nera e lui ride non è normale,
l'ho sempre detto io e purtroppo l'incidente ha peggiorato ciò che già era
- sai che sei veramente bella e sexy quando sei arrabbiata?
- Il sorriso sghembo accompagna le sue parole, ma.. ci sta provando? Non può
essere, anche se i suoi occhi seguono il mio corpo, soffermandosi sul bottone
della camicetta che lascia intravedere l'incavo tra i miei seni. La lingua ad
inumidire quelle labbra perfette, mentre s'avvicina a me.
- Ma sei un deficiente, un imbecille un emerito coglione, un... un.. un..-
cerco di prendere tempo ma, le sue labbra decise contro le mie in una serie di
interminabili baci mi bloccano il fiato. S'allontana leggermente, guardandomi
negli occhi con quel suo solito sorriso del cazzo e non posso fare a meno di
pensare che si sta prendendo gioco di me.
- Brutto figlio di....- ancora una volta non riesco a finire la frase, le
sue labbra si rimpossessano delle mie in un altro lungo bacio capace di
trasmettere brividi che nascono dal mio basso ventre per raggiungere ogni parte
del mio corpo, s'allontana ancora, mentre io respiro profondamente cercando di
rallentare il battito impazzito del mio cuore
- ma... sei... impazzito? Insomma Edward che..-
- Cazzo Swan! - sbuffa
spazientito - devo andare avanti ancora per molto prima di farti capire che
devi stare zitta e baciarmi -
- Eh?! Tu non stai bene, è
sicuro. - Mi alzo dal divano ma la sua mano artigliata al mio polso mi riporta
contro il suo petto,
- parli troppo. - Un sussurro sulle mie labbra. Mani calde accarezzano il
mio corpo, sfiorandomi leggere come piume, la camicia tirata verso l'alto per
poter raggiungere ogni lembo di pelle.
Le labbra chiedono fameliche di essere assecondate in un bacio che di casto non
ha nulla, così diverso da tutti gli altri che ci siamo scambiati, un bacio che
promette un seguito. La sua
lingua a seguirne i contorni prima di chiedere prepotente il permesso. Cerca...
trova... lecca... succhia... morde.
Le dita artigliano i miei fianchi portandomi ancora di più contro il suo
corpo, mentre le mie mani vagano sulle sue braccia disegnando il profilo di
quei muscoli contratti che mi stringono a lui.
Le labbra abbandonano le mie e la punta della sua lingua disegna la
lunghezza del mio collo, lentamente arriva alla clavicola per poi tornare
indietro, i denti sfiorano la mia pelle accaldata mentre un flebile gemito scivola
tra le mie labbra quando un mio capezzolo viene risucchiato nella sua bocca.
Pov Edward
Le sue labbra gonfie per i troppi baci sono leggermente
aperte in cerca d'aria. Quelle due pozze scure mi osservano in attesa.
Sorrido, per questa situazione così intima e… perfetta
mentre intrufolo una mano sotto la gonna, accarezzando la pelle liscia afferro
la sua gamba portandola al mio fianco, in modo che Bella sia seduta su di me.
Continuo ad accarezzare le sue gambe risalendo verso la
schiena mentre lei si dedica al mio collo.
Mi stacco da lei, dal suo corpo accaldato per osservarla negli occhi, prima
di eliminare quel pezzo di stoffa, cerco anche solo un piccolo segno di
indecisione e mi fermerei subito, anche se questo vorrebbe dire morire dentro
Non lo trovo, due pozze scure che mi osservano rapiti, mentre apro quei piccoli
bottoncini, quasi strappandoli.
Trattengo il fiato estasiato dalla vista di un reggiseno bianco con piccoli
inserti in pizzo che abbraccia il suo seno valorizzando le sue rotondità.
Accarezzo il suo ventre piatto fino a risalire con il pollice sotto il suo
reggiseno, ne seguo la forma, disegnando linee immaginarie mentre sposto poco
per volta quell'ormai inutile indumento.
Con una mano tiro, strizzo, accarezzo quel piccolo bottoncino che esplode al
mio tocco, mentre l'altro, lo risucchio avidamente quasi come se ne dipendesse
la mia vita, la lingua titilla quella piccola erezione e nello stesso momento
un gemito arriva caldo al mio orecchio nell'istante in cui stringono quel corpo
sinuoso che cerca un contatto più profondo. Questo movimento ha il potere di
farmi riprendere un po’ di lucidità, mi alzo, la nostra prima volta non può
essere su un divano, quasi in imbarazzo afferra la mano che le sto porgendo ed
io la colgo di sorpresa attirandola su di me.
La bacio, prima di prenderla in braccio e dirigermi verso la mia camera, la
adagio sul letto il mio corpo la sovrasta senza pesarle continuiamo ad
accarezzarci ma gli indumenti risultano ormai di troppo, lentamente faccio
scivolare la cerniera della gonna che faccio scivolare verso il basso.
Con la mano seguo la linea delle sue gambe ed un sorriso mi accende il viso
prima di abbassarmi per poter baciare quella pelle di pesco, con lentezza assaggio ogni minimo centimetro risalendo
verso il suo interno lasciando lievi morsi seguiti da baci,
- sei bellissima! - Soffio sulla sua pelle. Piccoli brividi la ricoprono,
lente le mie dita seguono il profilo delle culottes che ancora celano la sua
intimità bagnata, eppure…non abbiamo fatto ancora nulla. Alzo il mio sguardo e
vedo il suo volto esprimere il piacere per queste coccole, le labbra aperte in
una muta "o", osserva il mio volto avvicinarsi a lei, alla sua
intimità. Con il naso seguo una linea verso il centro del suo piacere, percorro
il profilo del suo inguine e l'indice accarezza quella pelle ancora coperta.
Sposto di poco quel pezzetto di stoffa per poi accarezzare con la punta della
lingua le sue pieghe intime, già bagnate dai suoi umori. Un gemito più forte
raggiunge le mie orecchie nello stesso momento in cui affondo la lingua
raccogliendo la sua essenza, con piccole leccatine che timide vanno ad
accarezzare il suo clitoride per poi fuggire subito dopo. Soffi alternati a
piccoli baci sulla sua intimità, mentre un dito la penetra delicatamente.
Le mani stringono le lenzuola, quasi a volerle strappare, gemiti di piacere
riempiono l'aria intorno a noi, incitandomi a darle di più. Artiglio le
culottes per farle sparire dalla mia vista quando scivola da sotto il mio corpo
per poi inginocchiarsi sul letto con sguardo di sfida porta le mano dietro la
schiena per sganciare il reggiseno, con calma estenuante fa scivolare una
spallina alla volta, osservo ogni suo movimento cercando di capire cosa sia
successo un attimo prima era sotto di me, quello dopo mi provoca togliendosi il
reggiseno. Sto ancora cercando di capire ciò che le frulla nella sua testa
matta quando si sdraia e lentamente sfila le culottes, dandomi la possibilità
'intravedere la sua intimità liscia e nuda.
Inginocchiata sul materasso, mi spinge lentamente all'indietro, un sorriso
divertito sulle labbra mentre fa scivolare lentamente la sua mano lungo il mio
petto, afferro il suo polso portandola su di me mentre le mie labbra
s'incollano alle sue, una mano accarezza quei fianchi tondi mentre l'altra
affonda in quel mare castano. Con un piccolo movimento inverto le posizioni,
sorrido a vedere il suo piccolo broncio, mentre allaccio le mie mani alle sue e
le porto in alto
- fai da brava -
- no - sussurra cercando di divincolarsi da me
- fai da brava -
- noooooo -
Le mie labbra s'avvicinano, un si appena soffiato sulle sue, prima che si
uniscano in un bacio lento, intenso… un dolce abbracciarsi e cercarsi delle
nostre lingue, la destra disegna il profilo del suo seno e nello stesso momento
la mia bocca divora il suo collo.